"Recitare non è molto diverso da una malattia mentale: un attore non fa altro che ripartire la propria persona con altre. È una specie di schizofrenia." (Vittorio Gassman)

lunedì 20 dicembre 2010

NUMBER 23

Capitolo uno:
potete chiamarmi fingerling, non è il mio vero nome, viene da un libro che ho letto da bambino, fingerling allo zoo, con le pagine ormai a penzoloni e una copertina verde di tessuto marezzato. Dev’essere stato il mio primo libro, strano, non mi ricordo di che cosa parlasse. La sola cosa che ricordo era quel nome: fingerling, avrei voluto che fosse il mio , e ora lo è.

Capitolo due:
immaginami se proprio devi come qualcuno che una volta conoscevi, qualcuno che forse ti piaceva, o meglio ancora, immaginami come se fossi tu. Da bambino ero il primo della classe, non perché mi piacesse studiare, ma perché avevo capito che l’istruzione era l’unica opportunità per cavarsela. La cicogna mi aveva paracadutato in un buco polveroso di città, non aveva niente che non andasse, tra le città noiose era sicuramente sopra la media. Avevo degli amici ma mi sono sempre sentito solo. Non se ne era mai andato nessuno, ma io non sarei morto li. Benché lo amassi non volevo assolutamente essere come mio padre sembrava così distaccato e triste i numeri erano la sua vita: faceva il ragioniere e si aspettava che prendessi il suo posto nell’azienda che avevano messo su. Ma io avevo altri progetti. Mia madre fu felicissima quando al mio ottavo compleanno annunciai che volevo fare il detective, non si può dire lo stesso per mio padre, questo mandava completamente a monte i suoi piani e alimentava il suo odio per la vedova Dopkins. Era la nostra vicina. Sembrerà strano ma il suo cane Alfie è la ragione per cui diventai detective. l’erba del vicino è sempre più verde, almeno secondo Alfie. Ecco perché era sempre nel nostro giardino ed era mio compito acchiapparlo. Non ho mai oltrepassato lo steccato del giardino della vedova Dopkins, ordine di mio padre, ma il giorno del mio ottavo compleanno disobbedii. Ammetto che la solitudine e la mia ossessione  per le  storie poliziesche avevano aumentato le mie fantasie, quindi non sono sicuro di tutti i dettagli. Tranne di uno: la vedova Dopkins era morta. Passò un’ora prima che il dottore arrivasse. E in quell’ora di incertezza la mia mente di bambino cominciò a galoppare. Decisi che la vedova Dopkins era stata uccisa da un uomo con una mente squilibrata, una mente di quelle che nella nostra città  non si era mai vista nessuno sarebbe stato al sicuro da lui, nemmeno  i suoi cari, specialmente i suoi cari. Il dottore dopo disse che si era trattato di suicidio ma io non c’ho mai creduto. ormai la mia mente si era spalancata verso una nuova esistenza. Da qual momento era nato un detective: il detective Fingerling.


Capitolo 5: conosco la bionda suicida.
Mi ha avvertito la vigilanza del quartiere.
So che cosa hai in mente, questa cazzata che lo fai per il mio bene. Tu avvicinati e lo faccio.
Bè spero di no, è il mio compleanno oggi, se ti ammazzi sarà il peggiore della mia vita.
Sei patetico. Dico sul serio lo faccio.
Impiccarsi è una cosa dolorosa. A quasi tutti fanno male il cappio e finiscono con un girocollo permanente. Un angosciante ricordo di quanto sono stati pietosi. Facciamo due chiacchiere, se non funziona ti piazzo io una pallottola in fronte. Ho buona mira.
È davvero il tuo compleanno?
La bionda suicida mi dice che era una brava persona una volta. Ma adesso...
Adesso sono molto cattiva.. non voglio farti del male.
Non hai quel potere
Vai a trovare il mio ex poi vedrai
Avrei dovuto andarmene, in quell’istante preciso ma lei disse:
questo numero.. questo cazzo di numero.. il 23 il padrone della mia vita. È colpa di mio padre, disse di aver trovato il modo di  batterlo, di averlo sconfitto e che io ero salva. Disse papà ti vuole bene, farà qualcosa che ti garantirà di non ereditare questa maledizione. Si sbagliava. La via promessa non valse neanche il sangue su cui era scritta. Non credo che mi volesse abbastanza bene. È dappertutto, nelle date, nell’ora, sulla targa della macchina, nelle pagine dei libri, anche nei led luminosi dell’ascensore, e presto scoprii che era anche nel mio nome e nelle parole che pronunciavo. Niente, niente è al sicuro. Rosa è il mio colore preferito, da che è composto il rosa? Rosso che è 76 più bianco che è 40 fa 116. 116 meno rosa che è 47 fa 69. 69 diviso tre.. ancora quel cazzo di 23..
sarò sincero, non capii le feci l’unica domanda che mi venne in mente: un altro pò di caffè?
Era importante farla parlare perciò le racconto una storia. Avevo uno zio che si chiamava charlie. Un giorno lesse nell’oroscopo che si sarebbe innamorato di una donna vestita di rosso, così uscì guardandosi intorno tutto il giorno. E ne trovò una. Sei mesi dopo si sposarono.
Stai mentendo.
Due anni dopo la donna in rosso divorziò da mio zio, portò via tutto quello che aveva. Lui è ancora in cerca, anche in questo momento della donna in rosso, dice di aver scelto quella sbagliata.
E questo dovrebbe farmi sentire meglio ora?
Tu sembri più intelligente di mio zio.
Aveva un viso fatto per sorridere e mentre sto andando via penso: un altro lavoro ben fatto. Il giorno seguante rintraccio il suo ex fidanzato di cui mi aveva parlato. I fondo bruciati di caffè sono un vecchio trucco che usano i poliziotti per togliere l’odore di morte dalla scena del delitto, ma qualcuno aveva finito il caffè. Quando racconto a Fabrizia della bionda suicida mi supplica di portarmi nel suo appartamento, una tipica reazione di Fabrizia. Eros è morte quanto è eccitante.. man mano che le pagine cadono dalle pareti l’ambito dell’ossessione della bionda suicida diventa chiaro… aveva ridotto tutto, al 23.
È dappertutto, nelle date, nell’ora, sulla targa della macchina, nelle pagine dei libri, anche nei led luminosi dell’ascensore, e presto scoprii che era anche nel mio nome e nelle parole che pronunciavo.
Scoprii il suo nome e anche quello dava lo stesso risultato, forse una coincidenza? Insomma un nome è solo un nome e un numero è solo un numero no?

Capitolo sette: la bionda suicida aveva fatto nascere in Fabrizia la voglia di nuove emozioni. Io stavo al gioco ma non facevo che pensare a quel numero. Non le dissi che l’orologio dietro al bancone faceva le nove e quattordici. Naturalmente non avrei mai fatto del male a Fabrizia, l’amavo e credevo che lei amasse me. Ma incominciai ad avere degli incubi terribili.
Notte dopo notte uccidevo Fabrizia nei miei sogni, spiegai allo strizzacervelli del dipartimento che il suo nome per intero dava ventitré. Secondo te che significa? Non lo so, magari che dovrei fare il ragioniere.
Il saggio dottor Phoenix mi consigliò un periodo di riposo.
Prenditi un periodo di riposo. Come se il tempo potesse guarirmi. Il tempo è galantuomo. il tempo è solo un sistema di calcolo, numeri con un significato convenzionale, comunque mi prescrisse un periodo di riposo, lo chiamò congedo emotivo.
Quindi non sei più un detective adesso? Fabrizia non ne fu colpita. Sono un detective in vacanza.
Non hai più la pistola?
Però ho ancora queste…
Forse dovresti dormire un pò stanotte.
Il numero era ovunque, a questo punto non serve neanche che vi dica quante paia di scarpe lei avesse.
Perché queste scarpe stavano nella spazzatura?
Sapevi di averne 23 paia?

Ma ripensandoci..
Posso parlare con Fabrizia se ti va.
Avrei voluto reagire diversamente. Avrei dovuto capire la verità, so che è assurdo ma persino il colore della cravatta lo tradiva.

Non era proprio un lieto fine, non era neanche una fine, dopo il capitolo 22 non c’era nient’ altro che una domanda. Il numero continuerà ad uccidere?aveva perseguitato fingerling, e adesso avrebbe perseguitato me.

Capitolo 23
Potete chiamarmi Fingerling ma il mio vero nome è walter, walter paul sparrow, quella che avete letto fin qui non è tutta la verità, molto è stato cambiato per proteggere gli innocenti e i colpevoli. Una volta lessi che l’unica domanda filosofica di qualche importanza è se suicidarsi oppure no. Direi che questo fa di me un filosofo. Voi direte che questa è la mia eredità. Dopo ma morte di mia madre, mio padre non resistette. Non lasciò scritto niente, solo un numero. Quel numero mi aveva perseguitato di istituto in istituto, fino al college, dove conobbe lei. Laura tollins. Pensavo che mi avrebbe aiutato a dimenticare il numero di mio padre è stato un errore pensare di potergli sfuggire. Io l’amavo. E credevo che lei amasse me. Finchè il numero di mio padre non cominciò a perseguitarmi. Quel maledetto numero.
Quando cerchiai ogni ventitrèesima lettera del suo biglietto, mi venne tutto chiaro. Il numero mi aveva raggiunto e adesso voleva lei.
Laura questa stanza. Devi andartene. Sta venendo da te, non posso fermarlo. Il numero…
Ce l’hai il fegato per usarlo?avanti uccidimi.
Io ti amo.
Io non ti ho mai amato, mai come potrei?come si può? Sei patetico.. esattamente come tuo padre… vattene!
Laura..
Avevo ragione, lei era in pericolo, ma non avevo capito che il pericolo ero io.

Il mio racconto, la mia confessione, non la vidi mai più. Alcune ferite guariscono col tempo, altre sono troppo difficili da gestire, così il mio cervello nascose la cosa orribile che avevo fatto e la ragione per cui l’avevo fatta. Agata non sapeva niente del mio passato e così ci mettemmo insieme. Ero libero per il momento, ma il numero trovò una nuova vittima. Il numero mi aveva lasciato in pace per 13 anni fino alla notte in cui lei trovò il mio libro, o il libro trovò lei.

Ecco dove ho scritto tutto. Sono stato io. Sono un assassino.
Non so quello che ti è successo, ma una cosa la so di sicuro non  eri una cattiva persona che è diventata migliore eri una persona malata che è semplicemente guarita.
C’è un uomo innocente in prigione per colpa mia.
Tu sei un marito meraviglioso e il miglior padre che un figlio possa desiderare di avere. Come farebbe Robin senza di te?
Devo dirgli che c’è un uomo innocente che soffre per un mio orribile peccato.
Siamo tutti spezzati walter. Ti ricordi quando hai detto che la tua vita è iniziata quando hai conosciuto me? Bè anche la mia vita è iniziata lo stesso giorno.
Tu non sapevi chi ero, io non sapevo chi ero. Devi andartene agata, devi andartene prima..
Prima di che cosa? Prima che tu mi uccida? Maledizione walter, guarda questo .. questo è quello che eri, non è più quello che sei adesso. Non è quello che sei adesso.
Sono un assassino. Ho ucciso una persona, ho ucciso una persona. E potrei farlo ancora.
Credi di poterlo fare ancora? Sei davvero un assassino?tieni prendo questo, forza che aspetti a farlo? Se sei un assassino uccidimi, guardali tutti questi meravigliosi 23, non vorrai mica deluderli no? Fallo! Ti amo
No non dirlo agata
Ti amo
No non puoi, nessuno può.

Alcune scelte sono facili, altre no e sono quelle che contano davvero, quelle che fanno di noi delle persone.
13 anni fa ho fatto la scelta sbagliata, avevo bisogno di porvi rimedio e non solo per me stesso. Morire la in mezzo alla strada sarebbe stato facile ma non ci sarebbe stata giustizia, non quella giustizia che i padri insegnano ai loro figli. Tra una settimana sapremo il verdetto. Il mio avvocato dice che il giudice sarà benevolo dal momento che ho confessato. Forse non è un finale tra i più felici, ma è quello giusto. Un giorno uscirò sulla parola e potremmo continuare la nostra vita, è solo questione di tempo. Naturalmente il tempo è solo un sistema di calcolo, numeri con un significato convenzionale, no?

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